Occorre innanzitutto conoscere le cause del mal di schiena e valutare l’età della persona che ne soffre.  Tali cause possono essere di natura muscolare e/o scheletrica. Ad esempio, nelle persone giovani con una colonna vertebrale integra, spesso il mal di schiena insorge per sovraccarichi di tipo sportivo o lavorativo ed anche per atteggiamenti scorretti acquisiti durante la vita quotidiana, come quando si studia in posizioni non ergonomiche. E’ utile quindi approfondire  il comportamento motorio del soggetto per scoprire che quel mal di schiena spesso dipende da disfunzioni non necessariamente imputabili alla colonna vertebrale, ma a causa di forze non adeguatamente scambiate al terreno durante il cammino, tali per cui la colonna subisce delle ripercussioni. Anche un piede piatto poco propulsivo, che genera un sovraccarico del retropiede durante il cammino o il gesto sportivo, può generare una lombalgia muscolare. Ecco che allora il plantare, posizionando il piede in modo più corretto ed ammortizzando i picchi di sovraccarico riesce ad alleggerire il carico sulla colonna vertebrale, dando beneficio al paziente.

Lo studio del cammino mediante le nostre piattaforme (baropodometriche, dinamometriche ed in alcuni casi per lo studio della cinematica del movimento), consente di riconoscere l’importanza di una azione meccanica, quale il plantare, per distribuire in modo più uniforme il carico .

Queste forme di mal di schiena avranno beneficio anche impostando un progetto riabilitativo personalizzato, che potrà concretizzarsi nella maniera più efficace anche grazie ai dati strumentali ottenuti con l’impiego delle nostre strumentazioni di analisi del movimento.

Ci sono poi delle forme di mal di schiena di tipo strutturale o degenerativo, che impongono una maggior attenzione, una formulazione di diagnosi clinica molto accurata. Il farmaco, la terapia fisica, la riabilitazione, un eventuale corsetto personalizzato, ma anche i plantari (quando il piede o gli arti inferiori contribuiscono all’aggravamento della situazione in essere), possono rallentare un processo degenerativo in corso e comunque migliorare la qualità della vita della persona affetta da patologia della colonna. Naturalmente, il plantare dovrà essere progettato nel rispetto della diagnosi, della prescrizione specialistica e con una accurata valutazione motoria anche strumentale.